Catania Bene Comune, è occupazione degli Asili Nido

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CataniaBeneComune_IannittiDi Michele Cannavò

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Si è svolta oggi 21 marzo la conferenza stampa organizzata da Catania Bene Comune, presso la propria sede in via Sant’Elena 40.

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Il tema è uno di quelli importanti, riguardante tutta la comunità, ovvero quello relativo gli asili nido ed al ruolo che spetta al Comune, all’Istituzione pubblica in generale, nell’assicurare a tutti facilità d’accesso ed un costo in linea con le concrete possibilità.

È stato Matteo Iannitti, di Catania Bene Comune, ad annunciare l’occupazione di 7 dei 14 asili nido comunali presenti a Catania da parte dei lavoratori “precari” (circa 90) dei centri per l’infanzia, preoccupati per il proprio futuro, visto il ritardo nel pagamento delle retribuzioni arretrate e alla luce  del ridotto numero degli iscritti (269 su 740 previsti). I rappresentanti dei lavoratori presenti alla conferenza hanno tenuto a precisare che, naturalmente, la protesta non intaccherà in alcun modo il normale svolgimento del servizio prestato ai minori ed avrà luogo esclusivamente al di fuori degli orari lavorativi.

Da quanto evidenziato durante la conferenza stampa, il problema del ridotto numero degli iscritti agli asili nido sarebbe strettamente correlato al costo della retta mensile che, ripartito in diversi scaglioni reddituali, oscilla da una soglia mensile di € 55 fino ad €190 (a fronte del cosiddetto “Tempo Lungo”).

Secondo i dati riportati durante la conferenza, ad oggi, dei 269 iscritti solo 100 riescono ad usufruire del posti riservati al primo scaglione, ovvero quello garantito per i redditi più bassi, mentre 80 rientrano nel secondo, 50 nel terzo e 40 nell’ultimo scaglione. E’ evidente, quindi, che rimangono più di 450 posti vacanti, con conseguente mancato introito per le casse comunali.

Lo stesso Iannitti, rivolgendosi al Comune, propone l’avvio di un tavolo di concertazione teso all’individuazione di una manovra correttiva per superare l’attuale momento critico, anche alla luce dei fondi FAS che a breve dovrebbero essere disponibili.

A nostro modo di vedere, le problematiche riguardanti i servizi definiti di primaria utilità pubblica, si pensi anche all’acqua ed ai trasporti urbani, vanno contestualizzate all’interno di un sistema che è in “movimento”.

Non a caso, infatti, continua a discutersi sul ruolo che il pubblico (lo Stato e gli enti locali in generale) deve avere all’interno della società e su “come esso debba “garantire l’accessibilità generalizzata e diffusa ai servizi primari”.

Alcuni pensano che tali servizi debbano essere garantiti attraverso una gestione diretta in mano pubblica, altri, invece, ritengono che debbano essere “privatizzati” a fronte di una stringente regolamentazione (per certi versi, si pensi al funzionamento del sistema sanitario e dei relativi centri accreditati).

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